06.05.2010

Eohomo

30. Giugno nell´anno del signore 1860, museo dell´università di Oxford, l´annuale riunione della "British Association for the Advancement of Science" é incominciata. Scienziati, preti, uomini e donne di ogni rango si sono accomodati nei banchi di legno, per seguire una disputa sulla domanda più importante - da dove veniamo?

Per primo parla Thomas Henry Huxley, zoologo e sostenitore di un'idea nata solo da circa un anno, sull'origine dell´uomo e le similarità tra i cervelli dell´uomo e delle scimmie.
Huxley é sostenitore di un libro uscito nel 1859 scritto da un teologo-naturalista nativo dello Shropshire, a tal punto, che si é guadagnato il nomignolo di "mastino di Darwin".
Darwin, dopo studi durati quasi 30 anni, afferma che le specie non sono immutabili, ma tutto il creato osservabile - é anche l´uomo- nel mondo attuale si é "evoluto" da forme più antiche, e che l´uomo é la scimmia sono "imparentate" in tempi geologici. Le specie discendono da un antenato comune, e le specie non sono state create in un unico atto divino.


Su quello che succede poi non esiste un protocollo ufficiale, ma Huxley racconterà la faccenda (o la sue versione su di essa) nella sua autobiografia:
Alla fine del brillante discorso, alza la voce l'arcivescovo Samuel Wilberforce di Oxford é si permette di chiedere all´oratore "é attraverso suo nonno o sua nonna che discenda dalle scimmie?" Huxley, stando alle sue memorie, in quel momento sa che "Dio l´ha messo nelle mie mani!", é tranquillo risponde "Preferisco discendere da una scimmia, che da un uomo di cultura che ha prostituito il sapere e l´eloquenza al servizio del pregiudizio e della falsità".
Nessuno aveva mai cosi definito un uomo di Chiesa.


A quel punto l´uditorio esplode, una signora sviene a quelle parole, é il rinomato Capitano Robert Fitzroy* perfino é tentato di tirare la sua bibbia contro Huxley.

Ma ormai la maggioranza degli scienziati presenti ha preso le parti di questa "teoria sull´evoluzione", presentata negli ultimi anni da un gentiluomo naturalista inglese, Charles Robert Darwin, e uno studioso naturalista gallese di nome Alfred Russel Wallace. Entrambi, osservando le varietà del mondo naturale che li circondava, ma anche i fossili che non mostravano nessuna appartenenza a questo, avevano formulato una teoria, secondo cui specie potevano mutare, creare nuove specie, adatte a tutte le nicchie ecologiche che il pianeta offriva. Sara sola questione di tempo finche questa teoria verrà adoperato anche sull'origine dell´uomo, che finora si era visto sempre distaccato dal mondo naturale.

La chiesa anglicana si ritirerà su questa discussione, ritenendola un problema scientifico, non teologico o filosofico. Quella cattolica resterà invece decisamente contraria all´ipotesi di Darwin, sopratutto sul fatto della discendenza dell´uomo.
Anche nei circoli mondani si dovrà rivedere alcune posizioni, il primo ministro Benjamin Disraeli aveva, infatti, affermato poco dopo la pubblicazione di Darwin: "Il signor Darwin sarà pure disceso da una scimmia; io, invece, discendo dagli angeli."
Ma già i primi studi anatomici tra uomo e scimmie antropomorfe mostrano nelle parole stesse di Huxley "Possiamo prendere gli organi che preferiamo, comparare le loro modificazioni nella linea delle scimmie ci mostra sempre solo un risultato: le differenze anatomiche, che ci sono tra uomo, gorilla e scimpanzé, sono di gran lunga minore che quelle tra gorilla e tutte le altre scimmie minori."


Fig.1. Huxley 1876: Eohomo e Eohippus

*Per sfiatare un mito che vede Fitzroy antievoluzionista per motivi di ignoranza - Fitzroy era un competente navigatore e un abile geologo amatoriale, durante il viaggio del "Beagle" collezionava dati geologici per dimostrare l´idea del diluvio universale, una ipotesi ritenuta verosimile e molto diffusa al tempo, fu anche lui a dare la copia dell´opera di Lyell "Priniples of Geology" a Darwin. Purtroppo Fitzroy era anche di carattere molto (troppo) conformista.

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