Charles Darwin nella sua opera più nota stranamente quasi non menziona i fossili che lui stesso raccolse nel Sudamerica, a parte brevi accenni nell' introduzione.
"WHEN on board H.M.S. 'Beagle,' as naturalist, I was much struck with certain facts in the distribution of the inhabitants of South America, and in the geological relations of the present to the past inhabitants of that continent. These facts seemed to me to throw some light on the origin of species-that mystery of mysteries, as it has been called by one of our greatest philosophers."
"WHEN on board H.M.S. 'Beagle,' as naturalist, I was much struck with certain facts in the distribution of the inhabitants of South America, and in the geological relations of the present to the past inhabitants of that continent. These facts seemed to me to throw some light on the origin of species-that mystery of mysteries, as it has been called by one of our greatest philosophers."
Fig.1. Il fossile che Darwin attribuisce a un piccolo mammifero roditore, dalla formazione di Monte Hermoso nell´Argentina (Pliocene inferiore), da DARWIN 1840, Fossil Mammalia Pl. XXXII.
Al contrario un intero capitolo di "Origin of Species" è dedicato alle lacune del record geologico è l'apparente mancanza di fossili di transizione. Questa discrepanza era nota già a Lamarck, che aveva postulato (e formulato una teoria) che le specie non sono fisse, è i limiti discreti tra di loro sono il risultato di una preservazione incompleta di forme di transizioni durante l'atto di fossilizzazione. Questa idea verra adoperata anche da Darwin ("Chapter IX, on the imperfection of the geological record").
A meta del 19. secolo era chiaro che specie si potevano estinguere, ma rimase il problema di come queste estinzioni avvengono e come dopo una di queste fasi il pianeta veniva ripopolato. Anche Darwin durante il suo viaggio sul Beagle, ancora prima della formulazione della sua teoria di trasmutazione, si chiedeva se delle specie possono morire e in che modo vengono rinate (escludendo una creazione divina), un'idea che era stata anche ipotizzata dal geologo italiano Giovanni Battista Brocchi nel 1814 (dimostrando ancora una volta il profondo cambio di pensiero in quei decenni).
Osservando fossili simili all'odierna Mara (Dolichotis patagonum), un roditore sudamericano che assomiglia a un piccolo cervo, Darwin pensava che specie venivano rimpiazzate nel tempo da forme simili tra di loro (Owen determinerà i fossili appartenenti a un relativo dell' odierno tucutucu o tuco-tuco, piccolo roditore del genere Ctenomys).
Comunque queste forme rimanevano entità concrete nello spazio e nel tempo, per esempio sul Warra, la volpe endemica e estinta che Darwin poté ancora osservo sulle Isole Falkland, scrive nel 1834 "…indisputable proof of its individuality as a species…". Darwin comincio a lavorare sulla sua teoria dopo il ritorno in patria, e in un primo tentativo cerco di conciliare la sua vista delle specie come entità concrete con una possibile trasmutazione tramite salti concreti tra specie, cioè una specie poteva dare "nascita" a una nuova specie entro breve tempo.
Continua...
Fig.2. Le tre possibili relazioni di forme fossili di un certo orizzonte e recenti elaborate da Darwin tra il 1832 e 1835. Nel caso A il bradipo gigante/ armadillo gigante si estinguono e vengono rimpiazzati dalle specie recenti. Le specie non hanno una connessione diretta tra di loro. Nei molluschi (caso C) Darwin osserva una continuità delle specie, che persistono attraverso il tempo geologico. Il caso B é una versione intermediata dei primi due, i resti fossili dei peculiari roditori sudamericani sono relati con specie di roditori moderni, che si susseguono nel tempo geologico (ELDREGE 2008).
Bibliografia:
DARWIN, C. R. (1859): On the origin of species by means of natural selection, or the preservation of favoured races in the struggle for life. London: John Murray. [1st edition]
DARWIN, C. R. ed. (1840): Fossil Mammalia Part 1 No. 4 of The zoology of the voyage of H.M.S. Beagle. By Richard Owen. Edited and superintended by Charles Darwin. London: Smith Elder and Co.
ELDREDGE, N. (2009): A Question of Individuality: Charles Darwin, George Gaylord Simpson and Transitional Fossils. Evo. Edu. Outreach 2(1): 150-155
ELDREDGE, N. (2008): Experimenting with Transmutation: Darwin, the Beagle, and Evolution. Evo. Edu. Outreach 2(1): 35-54
QUATTROCCHIO, M.E.; DESCHAMPS, C.M.; ZAVALA, C.A.; GRILL, S.C. & BORROMEI, A.M. (2009): Geology of the area of Bahia Blanca, Darwin´s view and the present knowledge: a storay of 10 million years. Revista de la Asociacion Geologica Argentina 64(1): 137-146
Al contrario un intero capitolo di "Origin of Species" è dedicato alle lacune del record geologico è l'apparente mancanza di fossili di transizione. Questa discrepanza era nota già a Lamarck, che aveva postulato (e formulato una teoria) che le specie non sono fisse, è i limiti discreti tra di loro sono il risultato di una preservazione incompleta di forme di transizioni durante l'atto di fossilizzazione. Questa idea verra adoperata anche da Darwin ("Chapter IX, on the imperfection of the geological record").
A meta del 19. secolo era chiaro che specie si potevano estinguere, ma rimase il problema di come queste estinzioni avvengono e come dopo una di queste fasi il pianeta veniva ripopolato. Anche Darwin durante il suo viaggio sul Beagle, ancora prima della formulazione della sua teoria di trasmutazione, si chiedeva se delle specie possono morire e in che modo vengono rinate (escludendo una creazione divina), un'idea che era stata anche ipotizzata dal geologo italiano Giovanni Battista Brocchi nel 1814 (dimostrando ancora una volta il profondo cambio di pensiero in quei decenni).
Osservando fossili simili all'odierna Mara (Dolichotis patagonum), un roditore sudamericano che assomiglia a un piccolo cervo, Darwin pensava che specie venivano rimpiazzate nel tempo da forme simili tra di loro (Owen determinerà i fossili appartenenti a un relativo dell' odierno tucutucu o tuco-tuco, piccolo roditore del genere Ctenomys).
Comunque queste forme rimanevano entità concrete nello spazio e nel tempo, per esempio sul Warra, la volpe endemica e estinta che Darwin poté ancora osservo sulle Isole Falkland, scrive nel 1834 "…indisputable proof of its individuality as a species…". Darwin comincio a lavorare sulla sua teoria dopo il ritorno in patria, e in un primo tentativo cerco di conciliare la sua vista delle specie come entità concrete con una possibile trasmutazione tramite salti concreti tra specie, cioè una specie poteva dare "nascita" a una nuova specie entro breve tempo.
Continua...
Fig.2. Le tre possibili relazioni di forme fossili di un certo orizzonte e recenti elaborate da Darwin tra il 1832 e 1835. Nel caso A il bradipo gigante/ armadillo gigante si estinguono e vengono rimpiazzati dalle specie recenti. Le specie non hanno una connessione diretta tra di loro. Nei molluschi (caso C) Darwin osserva una continuità delle specie, che persistono attraverso il tempo geologico. Il caso B é una versione intermediata dei primi due, i resti fossili dei peculiari roditori sudamericani sono relati con specie di roditori moderni, che si susseguono nel tempo geologico (ELDREGE 2008).
Bibliografia:
DARWIN, C. R. (1859): On the origin of species by means of natural selection, or the preservation of favoured races in the struggle for life. London: John Murray. [1st edition]
DARWIN, C. R. ed. (1840): Fossil Mammalia Part 1 No. 4 of The zoology of the voyage of H.M.S. Beagle. By Richard Owen. Edited and superintended by Charles Darwin. London: Smith Elder and Co.
ELDREDGE, N. (2009): A Question of Individuality: Charles Darwin, George Gaylord Simpson and Transitional Fossils. Evo. Edu. Outreach 2(1): 150-155
ELDREDGE, N. (2008): Experimenting with Transmutation: Darwin, the Beagle, and Evolution. Evo. Edu. Outreach 2(1): 35-54
QUATTROCCHIO, M.E.; DESCHAMPS, C.M.; ZAVALA, C.A.; GRILL, S.C. & BORROMEI, A.M. (2009): Geology of the area of Bahia Blanca, Darwin´s view and the present knowledge: a storay of 10 million years. Revista de la Asociacion Geologica Argentina 64(1): 137-146
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