08.04.2010

Vi presento: Australopithecus sediba

Sul sito di Brian Switek viene presentato l´ominide la cui descrizione era stata annunciata martedì scorso. I resti di due individui, un esemplare giovane di maschio e una femmina adulta, sono stati scoperti nel 2008 in un sistema di caverne del Sudafrica, grazie alla ricostruzione dello scheletro é stata descritta la nuova specie Australopithecus sediba n.sp. (BERGER et al. 2010) nella rivista "Science".

Fig.1. Australopithecus sediba, l´esemplare maschio MH1 e la possibile femmina MH2 (da BERGER et al. 2010).

Il fossile é stato rinvenuto in sedimenti che si sono depositati 2 milioni di anni fa nel sistema di carso di Malapa. Questi ambienti sono particolarmente adatti per conservare ossa di vertebrati.

Fig.2. Il sito di Malapa é situato nella valle di Grootvleispruit. Immagine sopra: carta geologica semplificata, il sistema carsico é sviluppato seguendo zone fratturate dalla tettonica (da DIRKS et al. 2010).

Fig.3. Rappresentazione schematica del profilo di Malapa. Le ossa ora descritte forse sono state trasportate sul luogo di ritrovamento tramite l´azione dell´acqua all´interno della caverna. Verosimilmente ominidi o i loro resti in un primo momento sono caduti tramite imbuti nelle parti superiori del reticolo (da DIRKS et al. 2010).

A differenze di quanto sostenuto dai media generali, la posizione esatta nel cespuglio della nostra evoluzione della nuova specie non é ancora chiara, fatto sta che con un’età di 1,98 a 1,75 milioni di anni é contemporanea con le prime specie del genere Homo.
L’origine del genere Homo è controversa, tra le ipotesi più accreditate è la discendenza dal gruppo degli Australopithechi, o da predecessori di essi, facendo delle varie specie di Australopithecus un gruppo evolutosi parallelamente a Homo. I fossili più antichi attribuite al nostro genere sono stati ritrovati in Etiopia (Homo habilis aff.) e datano a 2,33 milioni di anni. Dal H. habilis verosimilmente si poi differenziato il H. erectus - l’insicurezza di questa parentela risulta dalla prolungata convivenza delle due specie, un’abitudine degli ominidi che le scoperte recenti sembrano confermare.
La nuova specie mostra caratteri intermedi tra i due grandi gruppi, lunghe braccia, adatte per arrampicarsi ancora sugli alberi e un cervello piccolo sono tipici per gli Australopithechi. Dall’altro lato la postura eretta e soprattutto il cranio con la faccia meno sporgente mostrano affinità con il genere Homo.

La questione che la nuova scoperta forse potrà chiarire definitivamente con ulteriori analisi, è se il genere a cui apparteniamo si è sviluppati da Australopitechi ancestrali o più recenti, come la nuova specie sembra presupporre.

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