06.04.2010

Il mito dell’anello mancante

Nei mass media e perfino in TV sta per arrivare un ulteriore anello mancante, che collega indubbiamente l’uomo con la scimmia, anche se, in effetti, ogni ulteriore fossile di ominidi collega una scimmia con un'altra, dato che dal punto anatomico l’uomo non ha mai smesso di essere una scimmia, come non ha mai smesso di essere mammifero.

Dopo Ardi e Ida il nuovo ominide ancora non ha nome, e la sua presentazione ufficiale avverrà appena fra due giorni. Poche sono le informazioni che finora sono sfuggite allo stretto embargo sottoposto su questo tassello milionario, il fossile attribuibile al vasto gruppo degli australopitechi è stato datato a due milioni di anni grazie all’analisi effettuata con l’acceleratore di particelle di Grenoble.
Scoperto nelle caverne di Sterkfontein del Sudafrica e studiato da ricercatori dell’Università di Witwatersrand (Johannesburg), che già hanno l’esclusiva su una produzione televisiva del fossile gestita dalla National Geographic.

E questo ultimo punto spiega forse lo scetticismo che questa “scoperta” ha suscitato al momento nel mondo dei blog scientifici, perfino la “Repubblica” di oggi non ha risparmiato critiche in confronto all’affermazione che si tratti dell’anello mancante tra uomo e scimmia. Le scoperte paleontologiche negli ultimi decenni hanno mostrato che l’evoluzione degli ominidi non fu mai una linea diretta, ma un cespuglio con varie specie e forse sottospecie di ominidi che vivevano nello stesso tempo e nello stesso ambiente, rendendo difficile una ricostruzione di un’evoluzione lineare come la si immagina il nostro collettivo tra ominidi ancestrali e moderni.


La nuova specie sarà un tassello importante, ma dopo le notizie sensazionalistiche che anche il NG ha prodotto in passato, e che si sono rivelate infondate, si deve essere cauti.
Inoltre è doveroso specificare due ulteriori punti, una nuova specie può essere descritta scientificamente solo in una rivista peer reviewed, che il NG non è, e l’attuale embargo su informazioni e il promuovere di una falsa “tensione”, come in un film di categoria B, sulla notizia mi sembra un atteggiamento infantile, che può solo danneggiare quello che dovrebbe essere una seria ricerca: quella sulla paleoantropologia e le nostre origini.

UPDATE 08.04.2010:
Qui la notizia della presentazione di Australopithecus sediba

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