15.01.2010

I primi mammiferi

Sembra accertato che mammiferi fossili furono per la prima volta notati e interpretati in chiave mitologica già nell'antichità (Ercole contro Ceto).Ossa giganti furono intensamente raccolti e disposti in luoghi pubblici come chiese (dove talora si possono ancora trovare oggi) o collezioni private nel continente europeo - sopratutto in Francia, Germania, Austria, Svizzera e Italia - durante il medioevo. I giacimenti del Pliocene e Pleistocene, perlopiù facili da scavare, dato che non consolidati, contenevano spesso ossa di mammut, rinoceronte lanoso e altri animali della tundra. La vera natura di queste scoperte rimase pero incerto, le spiegazioni proposte spaziavano da resti di essere mitici come dragoni, giganti e unicorni, alle vittime del diluvio, a semplici forme generate spontaneamente dalla terra. Fino al 17° secolo le opinioni se i resti fossili rappresentavano esseri viventi differivano da autore a autore - le conoscenze anatomiche, anche di animali domestici come cavalli e bovidi, era sorprendentemente limitata. Nel 18° secolo il progresso scientifico rende ovvio che le ossa fossili possono essere comparate con animali odierni - il che fa sorgere ulteriori quesiti - molti fossili appartengono a animali sconosciuti in Europa, ma tuttora viventi, o forse ancora viventi, su altri continenti o in altre fasce climatiche.
Thomas Molyneux, un sacerdote irlandese, descrive nel suo trattato del 1697 " La discussione riguardante le grandi corna spesso ritrovate nella terra dell'Irlanda…" grandi palchi, che attribuisce all'alce nordamericano (invece appartengono al cervo irlandese Megaloceros), forse estinto localmente nell'Irlanda a causa della caccia. L'estinzione completa e d
efinitiva di una specie - creata perfettamente da dio- sembra al momento ancora impensabile.


Solo dopo il 1768, con le scoperte americane di ossa, identificate dal naturalista inglese Collinson come appartenente a un proboscidato sconosciuto, la possibilità che i resti rappresentano animali estinti diviene ragionevole. Con sempre più fossili come testimonianza a disposizione, e sopratutto grazie ai ragionamenti del naturalista francese Georges Cuvier (1769-1832) dal 1800 in poi le estinzioni di specie viene accettata come fatto scientifico. Il naturalista francese Georges-Louis Leclerc, Conte di Buffon (1707-1788) studia attentamente i vertebrati viventi e fossili. Nel libro "Les Epoques de la Nature" (1717) propone di suddividere l'età della terra - che assume in strabilianti 75.000 anni - in sette epoche distinte dalle loro caratteristiche faune, implicando che animali inadatti alle nuove circostanze si sono estinti, forse anche per cambiamenti climatici. "È impossibile" - scrive - "tramutare un elefante in una renna". Pero le sue idee sono troppo in anticipo rispetto a suoi tempi. Le sue ipotesi suscitano molta resistenza dai teologi della Sorbonne, e solo la sua amicizia con il re lo protegge da rappresaglie. Buffon per il suo stile letterario può essere considerato uno dei primi divulgatori scientifici, la sua opera Histoire Naturelle pubblica tra il 1749 fino al 1789, in cui ripropone la storia naturale dei quadrupedi é l´opera più letta del suo tempo.

Immagine: Tavola II, BUFFON (1781): Epochen der Natur übersetzt aus dem Französischen. Zweiter Band. www.biolib.de

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