15.03.2010

La fauna pleistocenica nel tempo del sogno

"Secondo un mito degli Aborigines, la dea-madre sole creo gli animali con una premessa, dovevano convivere pacificamente. Ma ben presto prevalse l'invidia tra di loro, é cominciarono a litigare. La dea-madre cosi ritorno sulla terra, é decise di esaudire a tutti gli animali il loro desidero, potevano scegliere da se la forma che volevano assumere. Per questo oggi sul continente australiano troviamo cosi strani animali."
PROTHER, D. (2007): Evolution: what the fossils say and why it matters. New York, Columbia

Fig.1.

La mitologia, e l'arte degli Aborigeni dell'Australia conosce forme astratte ma anche rappresentazioni eseguite fedelmente dal modello naturale, a tal punto da mostrare l'anatomia interna dei canguri o altri animali del loro ambiente. Considerando questo, ci si può chiedere se grazie alle pitture rupestri non sia possibile trarre spunti per le ricostruzioni di animali estinti oggigiorno, ma che durante le prime fasi di colonizzazione dell'Australia esistevano ancora, e verosimilmente ci fu contatto tra uomo e animale.

Gli aborigeni odierni descrivono ancora creature simili ad un coniglio gigante - KADIMAKARA e GYEDARRA, ed anche in Nuova Guinea orientale viene descritto una creatura gigante con il nome di GAZEKA.
Nella tradizione orale degli Aborigeni del New South Wales si racconta di una guerra tra uomini e canguri giganti, e solo i sciamani del popolo degli Adnyamathanha (Sud Australia) sono in grado di vedere un YAMUTI, essere mitico che viene rappresentato come canguro gigante.
Fossili confermano che la megafauna del Pleistocene australiano comprendeva anche diverse specie di canguri di stazza maggiore degli odierni rappresentanti, tra cui Procoptodon, il canguro dal muso corto, un animale erbivoro.
Ma sono conosciuti anche canguri carnivori, tra cui Propleopus e Ekaltadeta (Potoroidae: Propleopinae, canguri-ratto, con il rappresentante moderno Hypsiprymnodon moschatus), specie che potevano raggiungere stimati 20 a 60kg.

Esistono esempi accertati di rappresentazioni del Tilacino nell´arte rupestre degli Aborigeni dell'Australia datati almeno a 3.000 anni, l'animale è riconoscibili dalla forma del corpo e muso, inoltre mostra le caratteristiche strisce sul dorso. Queste raffigurazioni possono essere trovati sulla penisola di Burrup e la regione del Pilbara (Australia dell'Ovest).

Una delle pitture rupestri nel Northern Territory (Kakadu National Park) mostra un grosso animale con quattro zampe ed un grosso naso, accanto ci sono due animali simili, ma più piccoli. Alcuni studiosi ritengono che si possa trattare dell´immagine di una femmina e cucciolo di Palorchestes azael - un marsupiale imparentato col wombat gigante, con una presunta proboscide sul naso e p.q. riferito come elefante marsupiale. La forma della coda dell´arte rupestre ricorderebbe quella dei marsupiali in generale (tozza e muscolosa, con ampia base) ed l'immagine da l'impressione che l' animale sia coperto da una densa pelliccia.

Fig.2. La presunta rappresentazione di Palorchestes.

La datazione di questa immagine pero é dubbia, dai 6.000 ai 20.000 anni, come peraltro é dubbia l´esatta data dell´estinzione della megafauna australiana.

Nel giugno 2008 Tim Willing scopri a nord-ovest di Kimberley, in una caverna sulla costa dell'Admirality Gulf, la rappresentazione di un grande animale quadrupede con delle strisce sul dorso.

Fig.3. La presunta rappresentazione di Thylacoleo, tratto da AKERMAN & WILLING 2009.

La forma del muso tozzo, le prominenti strisce cha ricoprono l´intero dorso, le zampe con singoli digiti, un possibile canino protruso e l'impressione generale di un animale muscoloso hanno fatto pensare che l´artista non abbia rappresentato un tilacino, ma il leone marsupiale - Thylacoleo carnifex. Altri disegni antichi che secondo alcuni autori mostrano questo animale sono localizzati nella terra di Arnhem e nella regione del King George River (Kimberley).

Se questa attribuzione é corretta, questi disegni ci danno affascinanti informazioni sull`aspetto dell'animale, informazioni che i soli resti fossili non possono dare. Secondo una ricostruzione basata sull'interpretazione dell'arte rupestre, Thylacoleo possedeva una coda con una terminazione pelosa, orecchie appuntite, occhi grandi e prominenti (adatti a una vita notturna?) e strisce, simili al Tilacino, che pero coprivano l´intero dorso, senza raggiungere i fianchi e il ventre.

Fig.4. Ricostruzione di Thylacoleo carnifex secondo ANTON 1997.

BIBLIOGRAFIA:
AKERMAN, K. & WILLING, T. (2009): An ancient rock painting of a marsupial lion, Thylacoleo carnifex, from the Kimberley, Western Australia. Antiquity Vol. 83(319)
ANTON, M. & TURNER, A. (1997): The big cats and their fossil relatives.Columbia University Press
WATERHOUSE, G.R. (1846): A natural history of the mammalia. Vol.1. Marsupalia or pouched animals.Wilson & Ogilvy, London.

WROE, S. (2001): The lost kingdoms of Australia. Newton March-April: 98-104
WROE, S.(1999): Killer kangaroos and Other Murderous Marsupials. Scientific American May: 58-64

1 Kommentar:

Fabio Manucci hat gesagt…

Decisamente interessante questo post, dalle sfumature geomitologiche. A proposito di _Palorchestes_ vi è un articolo che sembrerebbe un buon supplemento alla tua trattazione, riguardante la storia iconografica del genere: Mackness, B.S. 2009. Reconstructing Palorchestes (Marsupialia: Palorchestidae) — from Giant Kangaroo to Marsupial ‘Tapir’. Proceedings of the Linnean Society of New South Wales 130: 21-36


http://search.informit.com.au/documentSummary;dn=755411641307314;res=IELHSS

Fabio