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Gli scienziati hanno preparato una passerella di sabbia, in cui i partecipanti al test hanno lasciato le loro impronte di piede, per primo in postura eretta, poi in modo accovacciato (semieretto), simile ai moderni scimpanzé se si muovono sugli arti posteiori. Dalle impronte sono poi stati ricavati modelli tridimensionali.
Quando un umano cammina in posizione verticale, l'impressione e la profondità lasciate dalle dita dei piedi e il tallone è approssimativamente uguale. Tuttavia, se si muove come un scimpanzè, le dita dei piedi a causa della differente distribuzione del peso lasciano impronte più profonde. "Dopo aver analizzato gli scheletri di Australopithecus afarensis, ci aspettavamo che le impronte di Laetoli assomigliano a quelle lasciate dai partecipanti accovacciati", dichiare Raichlen, uno degli autori della ricerca.
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Ma il risultato ottenuto dalle simulazioni é sorprendente, nelle impronte fossilizzate la profondita delle dita dei piedi e del tallone é simile - come negli esseri umani moderni. "Nonostante con un fisico che era ancora adattato a una vita temporanea negli alberi, si é sviluppato un moto della camminata simile a quello moderno. Questo tipo di movimento ha una alta efficienza energetica, un importante fattore nello sviluppo del camminare su due gambe."
BIBLIOGRAFIA :
RAICHLEN, D.A. et al. (2010): Laetoli Footprints Preserve Earliest Direct Evidence of Human-Like Bipedal Biomechanics. PLOS ONE (5)3
TYSON, E. (1751): The anatomy of a Pygmy compared with that of a monkey, an ape and a man. T. Osborne - London
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