05.08.2010

Pakasuchus: Il "coccodrillo gatto"

Dopo due anni di studi ricercatori dell’Università dell’Ohio hanno pubblicato la descrizione di una nuova specie di coccodrillo che mostra una peculiarità molto "mammaliana".
Le somiglianze ritrovate hanno perfino indotto i paleontologi a designare la specie
con il termine swahili per "gatto” (Paka): Pakasuchus kapilimai (anche se le due specie sistematicamente non centrano nulla – restiamo a osservare se i media generali capiranno il concetto).

Fig.1. Ricostruzione di Pakasuchus kapilimai (National Science Foundation / Zina Deretsky).

Il fossile pressoché completo (soprattutto il cranio) dell'animale è stato scoperto nel 2008 sulle sponde di un fiume in un bacino secondario della Rift Valley africana,
Rukwa Rift Basin nei pressi del lago Tanganica nello stato della Tanzania. I sedimenti fluviali da cui proviene il reperto sono datati a 105 milioni di anni, è hanno restituiti inoltre una grande varietà di altre specie di rettili, dinosauri e pesci (speriamo che in futuro sentiremo altre novità di questo giacimento).

I grandi coccodrilli moderni con i loro denti conici sono perfettamente adattati a catturare, trattenere e trascinare le loro prede, ma non a masticarla e processare il cibo già nella cavità orale. A differenza di essi, la nuova specie mostra molte peculiarità che ricordare tratti di mammiferi, era un animale piccolo e gracile, le placche ossee tipiche dei coccodrilli mostrano una riduzione per minimizzare la massa del corpo e aumentare la sua mobilità e gli arti sono molto snelli in relazione al corpo, ma la più grande sorpresa paleontologica è la complessa dentizione che questa specie aveva sviluppato. Il numero complessivo dei denti è molto ridotto se comparata ai coccodrilli moderni, ma altamente specializzati con una pronunciata conformazione eterodonte - i denti posteriori ricordano dei molari, sono ampi è le loro corone relative combaciano, formando come nei mammiferi delle placche capaci di tritare il cibo.

Fig.2. Cranio di Pakasuchus kapilimai, che in un' primo momento ricorda veramente il cranio di un sinapside, a parte che le aperture del cranio non coincidono (AFP / National Science Foundation / John Sattle).

Questi è altri caratteri pongono la nuova specie tra o relativa al sottoordine dei Notosuchia, un gruppo di “coccodrilliformi” diffuso tra i 110 agli 80 milioni di anni fa sul continente australe di Gondawana e relativi subcontinenti dal Cretaceo in poi.

Uno sbalorditivo esempio di evoluzione convergente - secondo l'ipotesi preliminare formulata in base agli ultimi ritrovamenti, questi rettili si sono adattati sull’emisfero australe alle nicchie che nell’emisfero boreale erano occupati dai mammiferi: piccoli, ma agili predatori specializzati a inseguire e processare piccole prede come insetti e vertebrati di minore stazza.


Bibliografia:

CONNOR et al. (2010): The evolution of mammal-like crocodyliforms in the Cretaceous Period of Gondwana. nature 466: 748-751

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