Cuvier era il più celebre sostenitore del catastrofismo, ipotesi che venne sostituita dal 1830 in poi dall´attualismo e gradualismo di Lyell. Ma negli ultimi decenni l´ipotesi catastrofica - sopratutto per quello che riguarda l´estinzione Cretacico-Paleogene- ha riacquistato celebrità.
Fig.1. Il tipico scenario della transizione Cretacico-Paleogene.
La Scaglia Cinerea e Scaglia Variegata sono due formazioni di marne depositate tra la fine dell`Epoca Eocene e l´inizio dell´Oligocene (tra 36 e 33 milioni di anni), durante un periodo caratterizzata da variazioni climatiche e da crisi biologiche a scala globale. Nell´arco di un milione di anni circa 20% dei generi degli organismi marini si estinse. Le ragioni di questa crisi non sono ancora del tutto chiare. L´ipotesi gradualistica invoca il lento movimento dei continenti e il conseguente cambiamento climatico-ambientale a scala globale.
Fig.2. La transizione Eocene-Oligocene nella cava di Massignano (Marche).
Un'ipotesi alternativa invoca l’impatto di corpi extraterrestri come causa del cambiamento biologico. Durante l´Eocene sono conosciuti almeno due maggiori crateri da impatto: Chesapeake Bay (Nord-Est America) e Popigai (Nord-Est Siberia).
Con un diametro di 100 chilometri, il Popigai (Siberia artica) è uno dei più grandi crateri da impatto del nostro pianeta. Con un’età di 35 milioni è anche il più grande cratere da impatto dopo quello legato all’estinzione dei dinosauri. Un altro cratere da impatto di circa 85 chilometri di diametro è sepolto nella baia di Chesapeake, nei pressi di Washington D.C. Crateri minori da impatto, riferibili all’Eocene superiore, si trovano in Canada e in Australia.
Questi impatti avrebbero rapidamente alterato il clima e sconvolto gli equilibri ecologici globali. L’impatto di un oggetto extraterrestre di notevoli dimensioni potrebbe riversare nell'atmosfera terrestre una tale quantità di gas, di vapori di roccia sublimata e di pulviscolo da oscurare l'intero pianeta. La fotosintesi sarebbe drammaticamente bloccata e per anni tutto verrebbe avvolto dal buio e dal freddo. L’intera catena alimentare avrebbe subito danni rilevanti con conseguente alterazione dei delicati equilibri ecologici nei diversi ambienti marini e terrestri.
In quest’ottica secondo i catastrofisti si inserisce anche la crisi biologica che interessò la fine dell'Eocene e che è ben documentata nella cava di Massignano nella regione delle Marche. Nella parte inferiore dell'affioramento sono stati individuati due sottili strati che contengono anomale quantità dell’elemento iridio e elio-3, isotopi rari sulla terra, ma abbondanti in corpi extraterrestri. In questi strati sono stati scoperti anche sferule di spinello e granuli di un quarzo con tipiche strutture lamellari, caratteristici prodotti di alte temperature e pressioni durante un impatto.
La relazione tra gli impatti cosmici e la crisi biologica dell'Eocene terminale pero non è ancora stata definitivamente chiarita. Un gruppo di scienziati ritiene certamente possibili gli impatti cosmici da oggetti extraterrestri, ma pensa che questi non abbiano alterato gli equilibri ecologici globali. Un altro gruppo di scienziati ritiene invece che gli impatti cosmici non siano stati contemporanei delle crisi biologiche: nel processo di cambiamento bio-ecologico globale sarebbero stati determinanti i fattori geologici come l’isolamento tettonico dell’Antartide.
Secondo gli scettici l´impatto dell´Eocene data a 35,5-36,0Ma, da 1 a 2 milioni di anni prima del limite Eocene-Oligocene e la crisi biologica dell´Oligocene inferiore, e da 1 a 2 milioni di anni dopo l´estinzione eocenica (37-38Ma).
Al contrario di quanto fanno credere i media, gli eventi di estinzione di massa sono stati numerosi nella storia del nostro pianeta, ma non c’è accordo su come e quando essi siano avvenuti. Rimane un'importante questione - quanti impatti extraterrestri ci sono stati e quale è stato realmente il loro ruolo nell'evoluzione della vita del nostro pianeta?
BIBLIOGRAFIA:
Progetto scientifico a cura di A. Montanari e R. Coccioni: Itinerari geologici del parco del Conero.
Con un diametro di 100 chilometri, il Popigai (Siberia artica) è uno dei più grandi crateri da impatto del nostro pianeta. Con un’età di 35 milioni è anche il più grande cratere da impatto dopo quello legato all’estinzione dei dinosauri. Un altro cratere da impatto di circa 85 chilometri di diametro è sepolto nella baia di Chesapeake, nei pressi di Washington D.C. Crateri minori da impatto, riferibili all’Eocene superiore, si trovano in Canada e in Australia.
Questi impatti avrebbero rapidamente alterato il clima e sconvolto gli equilibri ecologici globali. L’impatto di un oggetto extraterrestre di notevoli dimensioni potrebbe riversare nell'atmosfera terrestre una tale quantità di gas, di vapori di roccia sublimata e di pulviscolo da oscurare l'intero pianeta. La fotosintesi sarebbe drammaticamente bloccata e per anni tutto verrebbe avvolto dal buio e dal freddo. L’intera catena alimentare avrebbe subito danni rilevanti con conseguente alterazione dei delicati equilibri ecologici nei diversi ambienti marini e terrestri.
In quest’ottica secondo i catastrofisti si inserisce anche la crisi biologica che interessò la fine dell'Eocene e che è ben documentata nella cava di Massignano nella regione delle Marche. Nella parte inferiore dell'affioramento sono stati individuati due sottili strati che contengono anomale quantità dell’elemento iridio e elio-3, isotopi rari sulla terra, ma abbondanti in corpi extraterrestri. In questi strati sono stati scoperti anche sferule di spinello e granuli di un quarzo con tipiche strutture lamellari, caratteristici prodotti di alte temperature e pressioni durante un impatto.
La relazione tra gli impatti cosmici e la crisi biologica dell'Eocene terminale pero non è ancora stata definitivamente chiarita. Un gruppo di scienziati ritiene certamente possibili gli impatti cosmici da oggetti extraterrestri, ma pensa che questi non abbiano alterato gli equilibri ecologici globali. Un altro gruppo di scienziati ritiene invece che gli impatti cosmici non siano stati contemporanei delle crisi biologiche: nel processo di cambiamento bio-ecologico globale sarebbero stati determinanti i fattori geologici come l’isolamento tettonico dell’Antartide.
Secondo gli scettici l´impatto dell´Eocene data a 35,5-36,0Ma, da 1 a 2 milioni di anni prima del limite Eocene-Oligocene e la crisi biologica dell´Oligocene inferiore, e da 1 a 2 milioni di anni dopo l´estinzione eocenica (37-38Ma).
Al contrario di quanto fanno credere i media, gli eventi di estinzione di massa sono stati numerosi nella storia del nostro pianeta, ma non c’è accordo su come e quando essi siano avvenuti. Rimane un'importante questione - quanti impatti extraterrestri ci sono stati e quale è stato realmente il loro ruolo nell'evoluzione della vita del nostro pianeta?
BIBLIOGRAFIA:
Progetto scientifico a cura di A. Montanari e R. Coccioni: Itinerari geologici del parco del Conero.
1 Kommentar:
io continuo a pensare che pià che ai meteoriti sidebba pensare perle randi estinioni alle eruzioni disistemi comei trappi. le correlazioni sono piuttosto buone.
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