11.02.2010

Hoplitomeryx

Il record italiano di mammiferi terrestri è relativamente scarso durante il Miocene inferiore e medio, solo dal Miocene superiore in poi i resti abbondano. Giacimenti pre-Messiniani documentano l'esistenza di almeno tre bioprovince distinti sul territorio dell’arcipelago italiano. Due di queste sono caratterizzati da faune con caratteristiche endemiche, denominati secondo la posizione moderna la bioprovincia Abruzzo - Pugliese e Tosco-Sarda. La terza, la Calabria - Siciliana, mostra perlopiù mammiferi di distribuzione generale con elementi che testimoniano la connessione con il Nord Africa.
Durante il Miocene e Pliocene inferiore variazioni del livello marino trasformano l'area della penisola italiana per determinati periodi in un arcipelago di isole di varie dimensioni e con un clima tropicale - un parco giochi ideale per l'evoluzione.

Fig.2. L´arcipelago italiano nel Miocene-Pliocene con le località discusse.

Una di queste isole perdute è rappresentata oggigiorno dalla zona del Gargano, sulla costa orientale della Puglia. Praticamente tutti i mammiferi fossili conosciuti dai giacimenti del Gargano mostrano caratteristiche morfologiche per effetto dell’insularità. Questo assemblaggio è chiamato fauna a Mikrotia, dopo un genere endemico di muride fossile.
Una delle più straordinarie scoperte nei pressi di Foggia attribuite a questa fauna è rappresentato da un piccolo artiodattilo del genere Hoplitomeryx (LEINDERS 1984).
I primi fossili di Hoplitomeryx sono stati trovati alla fine degli anni Sessanta in limi e argille rosse, per niente o solo grossolanamente stratificate, denominate terra rossa, che in parte riempiono le fessure carsiche del substrato calcareo.

Fig.3. Molare di Hoplitomeryx.

L'età esatta di questi giacimenti è incerta, la correlazione stratigrafica e la cronologia dei mammiferi lascia supporre un intervallo temporale tra il Miocene superiore e il Pliocene inferiore, con le preferenze da vari autori per il Pliocene (VAN DER GEER 2007).
Hoplitomeryx ricorda solo nella sua morfologia per certi tratti il cervo di Muntjac, un rappresentante basale della famiglia dei cervi, ma possiede cinque corna (- non palchi!) un paio sopra ogni orbita e un corno nasale – e dei canini superiori prominenti.
Una combinazione unica di dettagli anatomicamente diagnostici, con ulteriore specializzazione nella struttura degli arti.
La sistematica di Hoplitomeryx è incerta, al momento solo una specie è stata descritta, Hoplitomeryx matthei (Leinders 1984) con la famiglia propria Hoplitomerycidae.
Il materiale fossile del Gargano pero mostra quattro a cinque classi di animali con dimensioni distinte (con stimati 5 a circa 50kg di massa corporea), che forse rappresentano singole specie (VAN DER GEER 2007).
Il problema se il materiale fossile rappresenta diverse specie si basa sul problema della datazione. I sedimenti che contengono i fossili non sono datati e non mostrano stratificazione, i resti stessi non mostrano una variazione relativa nelle differenti dimensioni, non è possibile dunque chiarire se queste classi sono un artefatto della colonna stratigrafica, una sequenza temporale di diverse specie, varie specie coesistenti nello stesso periodo o una semplice variazione nella specie.

TORRE et al. 2005 hanno postulato una relazione di Hoplitomeryx con ungulati primitivi della famiglia Choeropotamidae e Dacrytheridae, conosciuti dall’Eocene della Francia e imparentati a loro volta più strettamente con i suini. La colonizzazione della penisola italiana è avvenuta secondo questa teoria nel corso del Miocene, concludendosi nel Pliocene con gli ultimi rappresentanti di questo gruppo dispersi sulle isole del Mediterraneo.
Secondo VAN DER GEER anche una relazione con gli antenati della moderna antilocapra nordamericana (Antilocapridae) potrebbe essere plausibile.

Fino agli anni Novanta il genere era considerato un elemento endemico dell'isola del Gargano, ma nel 1990 in un deposito del Miocene con una ricca raccolta di vertebrati fossili (tra cui sette specie di mammiferi) sul crinale orientale del Monte Civita (Scontrone, Abruzzo) sono stati scoperti ulteriori fossili con i riferimenti a Hoplitomeryx.
Trovati incapsulato in una breccia di calcare giallo, i fossili si sono depositati circa 12 milioni di anni fa. Questo forse significa che esistevano connessioni, anche solo di carattere temporaneo, tra le varie isole e penisole italiane.

Durante il Messiniano (7Ma) i taxa che rappresentano la bioprovincia toscana scompaiono e vengono sostituiti da una fauna continentale con chiare affinità europee (BONFIGLIO 2005). Questo periodo geologico è caratterizzato da un calo pronunciato del livello del Mediterraneo, provocando la deposizione di evaporiti con un spessore che puo raggiungere i migliaia di metri.
Durante questa fase le isole si ricollegano con il continente Europeo, e si verifica una migrazione di mammiferi continentali che rimpiazzano le specie endemiche locali.
Solo in resti rappresentanti della provincia pugliese sopravvivono fino al Pliocene. Ma con la formazione di una connessione tra la penisola italiana e l’isola del Gargano, per causa della tettonica che fa risalire il promontorio del Gargano, anche l'ultimo Hoplitomeryx si è estinto.

BIBLIOGRAFIA:
Fig.1. Ricotruzione di
Hoplitomeryx tratta da AGUSTI, J. & ANTON, M. (2002): Mammoths, Sabertooths, and Hominids - 65 Million Years of Mammalian Evolution in Europe. Columbia University Press.

BONFIGLIO, L. (2005): Paleontologia dei vertebrati in Italia – Evoluzione biologica, significato ambientale e paleogeografia. Museo di Storia Naturale - Verona.

VAN DER GEER, A. (2007): The effect of insularity on the Eastern Mediterranean early cervoid Hoplitomeryx. The study of the forelimb. Quaternary International 182(1):145-159

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